Dobbiamo cominciare ad occuparci dei diritti di chi non vuole emigrare”, spiega Giuseppe Galati dell’Associazione I Sud del mondo.
“L’Africa è pronta, fra breve sarà troppo tardi”, dice il ministro degli Esteri della Tanzania January Makamba.
Entra subito nel vivo l’applicazione del “Piano Mattei”. E’ lo spirito del convegno che si è svolto oggi nel Palazzo dei Gruppi Parlamentari a Roma. Tre punti chiave, identificati nell’intervento del ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin che pone l’Italia al ruolo di cerniera d‘Europa nel Mediterraneo per lo scambio con i Paesi africani di risorse, tecnologie, investimenti.
Protagonisti del convegno, fra gli altri, il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli e rappresentanti dei governi di Tanzania, Angola, Repubblica del Congo, con la regia di due associazioni che si occupano da anni della cooperazione con i Paesi africani.
Ieri il governo Meloni – si legge in una nota – ha sostanziato il Piano Mattei, nell’incontro con 23 Capi di Stato e di governo africani. Il convegno ha contribuito con proposte specifiche alla realizzazione: una rivoluzione culturale per convincere i Paesi africani che esiste un’alternativa, che si possono arrestare i flussi migratori. I promotori erano la Camera di commercio ItalAfrica Centrale, presidente Alfredo Carmine Cestari e l’Associazione I Sud del mondo, presidente Pompeo Torchia, responsabile scientifico del progetto Giuseppe Galati.
“L’Italia – sottolinea Pichetto Fratin – si propone di diventare l’Hub dell’Europa nel Mediterraneo e attraverso l’attuazione del Piano Mattei, si getteranno le basi per fornire ai nostri partner nel continente africano il supporto necessario per favorire lo scambio di risorse, tecnologia e investimenti.
Il Piano Mattei vuole gettare le basi per rilanciare l’economia nazionale e del Mezzogiorno, con investimenti mirati a potenziarne le capacità recettive. A medio-lungo termine, l’Africa presenta opportunità straordinarie di crescita per le nostre aziende. L’Africa rappresenta l’alleato per tutte le sfide future, dalla crisi energetica al contrasto del cambiamento climatico, ma sarà anche in grado di bilanciare e rasserenare i rapporti internazionali”.
“Costruire infrastrutture, ospedali e scuole, dare energia e acqua potabile – osserva Cestari – sarebbe un deterrente importante per le migrazioni. L’Africa ha necessità di competere su un campo da gioco che sia equo. Si tratta di perseguire l’obiettivo di Enrico Mattei, ragionare sull’Africa come partner”.
“Con la definizione del Piano Mattei c’è un cambio di paradigma nei rapporti fra l’Africa e Italia. Il nostro Paese si propone, oggi, come partner affidabile fortificando tutte le relazioni internazionali e mettendo a sistema tutte le buone pratiche utili allo sviluppo economico del continente africano”, aggiunge Torchia mentre Galati ricorda che, “come Associazione I Sud del Mondo ETS siamo in prima linea nell’elaborazione di progetti di valenza scientifica che sappiano innestare percorsi virtuosi con le imprese interessate ad investire e a trarre vantaggi attraverso la catena del valore materiale ed immateriale”.
fonte:ansa